“Visitatore, osserva le vestigia di questo campo e medita: da qualunque Paese tu venga, tu non sei un estraneo. Fa che il tuo viaggio non sia stato inutile, che non sia stata inutile la nostra morte. Per te e per i tuoi figli, le ceneri di Oswiecim valgono di ammonimento: fa che il frutto orrendo dell’odio, di cui ha visto qui le tracce, non dia nuovo seme, né domani né mai”. (Primo Levi)
Dalle prime parole di questo articolo avrete capito che oggi vi parlerò di un’esperienza particolare. Questa volta non parliamo di un tipico viaggio di piacere ma di un’esperienza toccante: la visita ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, in giornata, partendo da Cracovia.
Sebbene la maggior parte di noi non abbia vissuto in prima persona quel periodo, credetemi che all’interno di questi luoghi si capiscono tante cose, impossibili da percepire attraverso il solo studio sui libri; un viaggio da brividi costanti.

Auschwitz, il campo di concentramento
Auschwitz è stata la nostra prima tappa della gita giornaliera con partenza da Cracovia, città in cui abbiamo alloggiato. Il campo di concentramento si trova a 70km dalla città Polacca, 1h15 di strada, ed è appunto il
campo di concentramento originale, dove furono sterminati più di un milione di ebrei.
Auschwitz: La visita
Quel giorno era inverno, freddo e grigio, ma non ci sarebbe stato tempo migliore per visitare queste zone, in quanto sono le condizioni migliori per affrontare psicologicamente la visita ed “entrare nel clima” degli anni più
tristi e bui della storia.
Una volta arrivati ad Auschwitz, si accede al campo attraverso un’alta cancellata aperta sovrastata dall’imponente e celebre scritta “Arbeit macht Frei”: varcando quel cancello ho pensato a quanta gente inconsapevole avesse visto quella scritta che rappresentava l’inizio della loro fine.

Iniziamo la visita camminando per i viali al suo interno, tra i blocchi di edifici, tra filo spinato e i capannoni con pietre faccia a vista, dove all’interno vivevano i prigionieri, in camerate con letti di legno.

Il blocco peggiore è il numero 11, conosciuto come il blocco della morte, chiuso sempre a chiave, dove i prigionieri venivano torturati o morivano di fame o venivano uccisi fucilati presso il Muro della Morte. In questo blocco tutto è rimasto come allora.

Arriviamo infine nella stanza dei forni crematori, dove si trovano due forni neri con sopra dei mazzi di fiori commemorativi delle vittime di quel posto, per non dimenticare mai.

Successivamente visitiamo la parte del campo adibita a museo commemorativo, dove si trova oggettistica varia degli ebrei deportati: cappelli, capelli (usati per la fabbricazione di cappotti nazisti!!), orecchini, vestiti, valigie…
Secondo me è perfetto iniziare la visita da Auschwitz, sia per logicità di itinerario arrivando da Cracovia, sia perché il campo è stato molto musealizzato, la visita risulta quindi meno emotivamente schioccante rispetto a Birkenau che si presenta molto più crudo, più freddo, più reale.

Birkenau: il campo di sterminio
Finita la visita di Auschwitz ci dirigiamo a Birkenau, che si trova a circa 5 minuti di auto – 3 km da Auschwitz. Qui il panorama è completamente diverso. Mentre Auschwitz si presenta quasi come un villaggio, Birkenau
infonde angoscia solo a vederlo dall’esterno.

Una delle cose che si notano subito appena si giunge di fronte al campo sono le rotaie che arrivano da luoghi sconosciuti e che entrano all’interno del campo attraverso il grande e conosciuto arco d’ingresso da cui vi si accede.
Ho da subito interpretato l’immagine di quella rotaia di andata verso l’interno del campo come la fine del viaggio della vita di chi arrivava qui, nel campo di sterminio. Non parliamo infatti più di campo di concentramento ma di sterminio, costruito dai nazisti quale “Soluzione finale” per sterminare gli ebrei e più in generale la razza non ariana.

Birkenau: La visita
La nostra visita a Birkenau è iniziata al di fuori del campo, ascoltando la canzone Auschwitz di Francesco Guccini, che ci ha offerto un momento di riflessione sulle migliaia di persone che qui hanno trovato la fine
della loro vita.
Siamo poi entrati: il cielo si stava incupendo, stava arrivando l’imbrunire, l’aria fredda ci sferrava il viso mentre i corvi sopra di noi gracchiavano, quasi a significare la quantità di anime che qui hanno perso la vita.

Ai lati della rotaia le casette camerate in legno con i posti letto all’interno. Anche entrando nelle casette la temperatura non si alzava di molto!
Ho pensato alle persone che lì passavano l’inverno, con zoccoli aperti, vestiti di niente, tra il freddo e i lavori di forza, circondati dal filo spinato.

Abbiamo passeggiato su e giù, fuori e dentro, immaginando la storia: il campo era grande 175 ettari, diviso in sezioni, delimitate da filo spinato e recinzioni, si trovavano 5 camere a gas e diversi forni crematori, ogni forno poteva contenere fino a 2500 prigionieri.
Dentro alle camerate, scritte sui muri di soli divieti per i prigionieri, che testimoniano quella storia che qui sembra così vicina e tangibile.
“Stai tranquillo” “Vietato bere acqua”
Arriviamo poi in fondo al campo, dove diverse lastre di marmo nero racchiudono tutti i nomi delle persone che qui hanno trovato la fine della loro vita, come la corsa del treno, che arriva alla fine di Birkenau e lì termina, senza ritorno.

Al centro la lastra più importante, con la scritta simbolo del campo di sterminio:
”Grido di disperazione ed ammonimento all’umanità sia per sempre questo luogo dove i nazisti uccisero circa un milione e mezzo di uomini, donne e bambini, principalmente ebrei, da vari paesi d’Europa. Auschwitz-Birkenau 1940-1945”


Usciamo da questo campo molto turbati e toccati, consci di aver toccato con mano la storia e di aver fatto un’esperienza unica, dura ma unica.
Torniamo indietro con una consapevolezza diversa, forse più reale e con un bagaglio esperienziale più grande.

Come raggiungere Auschwitz e Birkenau
Auschwitz e Birkenau sono facilmente raggiungibili da Cracovia in un’oretta abbondante di auto.
Vi propongo tre soluzioni per raggiungere i siti da Cracovia:
- La soluzione migliore in termini di qualità/prezzo è acquistare uno dei tanti tour organizzati che partono da Cracovia, in cui con circa 32/35€ è incluso trasporto, guida in italiano e ingressi. Uno dei siti più affidabili per l’acquisto del tour è Get your Guide, qui di seguito il link che potete utilizzare la prenotazione, inserendo giorno di interesse e numero di partecipanti:
https://www.getyourguide.it/cracovia-l40/tour-di-un-giorno-ad-auschwitz-birkenau-da-cracovia-
t54910/
Il tour dura 7 ore comprensive di trasferimento a/r da Cracovia. - Se preferite invece una visita individuale, dalla stazione Centrale di Cracovia partono diversi bus per Auschwitz
- In alternativa potete utilizzare il treno fino alla stazione di Oświęcim e da qui prendere bus o taxi.
Se alloggiate a Cracovia, vi invito a leggere anche il mio articolo sulla città: Cracovia è bella! 8 cose da vedere in un week-end
Arrivando invece in aereo, Auschwitz si trova a circa 42km dall’aeroporto di Cracovia.

Auschwitz e Birkenau: orari di apertura e biglietti
I campi sono aperti tutti i giorni tranne 1/1 e 25/12 e nel giorno di Pasqua, con i seguenti orari:
– Dicembre 8.00-14.00 Gennaio, novembre 8.00-15.00
– Febbraio 8.00-16.00
– Marzo, ottobre 8.00-17.00
– Aprile, maggio, settembre 8.00-18.00
– Giugno, luglio, agosto 8.00-19.00
Se volete la visita con un educatore, è necessaria la prenotazione sul sito www.visit.auschwitz.org almeno un mese prima della data prevista per il viaggio; vi consiglio di farla anche molto prima, le prenotazioni aprono 90 giorni prima rispetto alla data della visita.

Per concludere…
A mio parere, io consiglio a tutti almeno una volta nella vita questa esperienza triste ma unica.
Per riflettere, vedere la storia con i nostri occhi, per calpestare quei sassi, vedere quelle camerate, essere sotto a quel cielo che ci riporta dritti dritti nel periodo Nazista, per non dimenticare mai.
La vita continua, gli anni passano, la storia si continua a scrivere giorno dopo giorno, ma tutto ciò non si può dimenticare.
A voi che effetto fa visitare luoghi in cui la memoria si può toccare con mano? avete visitato qualche altro luogo simile? Attendo i vostri commenti!!
Irene
Credo che una volta nella vita bisognerebbe visitare un campo di sterminio. Un’esperienza toccante, che ho fatto durante una gita scolastica. Me lo ricorderò per tutta la vita!
Silvia Pellizzon
Concordo a pieno Irene! Grazie mille
Michela
Angoscia. Questo il sentimento che ho provato alla sola lettura del post e alla vista delle foto. Non ci sono mai stata di persona ma penso che non ne avrei il coraggio. Anche nel museo 9/11 di New York sarà diffucilissimo entrare
Silvia Pellizzon
/Ciao Michela, si, di certo è un sentimento che si prova, indubbiamente… ho voluto essere il più possibile empatica, anche perchè effttivamente non è una visita per tutti. Nel museo 9/11 ho sentito un po’ lo stesso senso di impotenza, spesso ho cercato di immaginarmi la scena di quello che è successo, cercando di riviverla con l’immaginazione lì sul posto, ai lati dei due grandi buchi che non erano altro che le basi delle torri gemelle. uUn sentimento che non si può spiegare! Quando andrai a New York? se ti fa piacere, fammi sapere se hai provato le mie stesse sensazioni al 9/11. Ciao ciao e a presto!
Serena, FaccioComeMiPare.com
Sono stata ai campi di sterminio cambogiani e ad Hiroshima e temo che per il mio cuore Auschwitz sarebbe una esperienza dolorosa al pari di quelle. Pero’, son mete dove dobbiamo andare, per capire.
Silvia Pellizzon
Ciao Serena, caspita devono essere stati delle esperienze altrettando toccanti quelle che hai fatto e che mi incuriosiscono anche a dirla tutta. Di certo non si può parlare di viaggio di piacere, ma credo proprio come hai ben detto tu che sono esperienze da fare per capire e toccare con mano la storia.